Gay & Bisex
Ladri in vacanza - Parte 1
di foxtied
30.07.2018 |
18.553 |
7
"Mi sistemano sulla sedia e poi mi immobilizzano con altre corde alla seduta e alla spalliera, collegando i piedi ai polsi..."
Prendo in affitto una villetta sul lago di Castel Gandolfo, nei pressi di Roma: tanto per non dover stare in città e soprattutto per godermi un po’ di tranquillità. La villetta è in un comprensorio immerso nel verde, con una stradina privata che porta direttamente sulle rive del lago. Ci sono diverse villette ma ognuna a debita distanza dall’altra, tutte dotate di giardino delimitato da muretti e recinzioni coperte da vegetazione che isolano alla vista dall’esterno e garantiscono molta privacy. C’è anche una piscina con un bel solarium e un gazebo attrezzato con mobili da giardino. Gli interni sono molto curati, con un piano terreno adibito a living room, un primo piano con due camere da letto, una piccola mansarda e un piano interrato adibito a sala hobby. Al mio arrivo passo a prendere la chiavi all’agenzia e, avendo già fatto un precedente sopralluogo per visitare il posto, proseguo da solo dentro il comprensorio. Parcheggio la macchina dentro il mio giardino e scarico i bagagli, non molti per la verità. Sistemo le cose nella camera da letto più grande, poi accendo la tv, più che altro per sentire un po’ di musica… Scendo nella sala hobby per accendere il sistema di climatizzazione, poi salgo a farmi una doccia rilassante.Verso le 17 mi sdraio in giardino, davanti alla piscina, in pantaloncini e maglietta, con un buon libro da leggere: si sta benissimo e c’è una tranquillità veramente rilassante. Dopo un po’ mi addormento… riapro gli occhi verso le 19.30. Entro a preparare qualcosa per cena, mangio e poi mi rilasso sul divano a guardare la tv. Il primo pomeriggio se ne è andato in tranquillità totale. Alle 23 me ne vado a dormire, in boxer e maglietta.
Di buon mattino mi sveglio, faccio colazione in giardino, sotto al gazebo… do una occhiata alle mail, poi vado a fare una passeggiata verso il lago. Non incontro nessuno fino alla riva, dove invece c’è molta gente: faccio un bel giro, poi mi incammino sul ritorno. Rientro nella mia villetta e, in lontananza, scorgo tre persone che guardano con un binocolo… non ci faccio molto caso, saranno escursionisti, penso… In ogni caso all’interno non hanno visuale, coperta dalla vegetazione perimetrale. Faccio una doccia, poi in accappatoio mi siedo sotto al gazebo a leggere. Dopo pranzo sbrigo un po’ di lavoro al computer e il tempo mi passa velocemente: faccio qualche telefonata, rispondo a qualche mail… tutto in completo relax. Sono ancora in accappatoio e pantofole da doccia, ma prima di preparare la cena decido di fare un’altra doccia.
Mentre sto preparando la cena, sento suonare il videocitofono esterno: saranno le 20.30, non è ancora buio e dallo schermo vedo due persone, due uomini: “Si? Chi è?” chiedo al videocitofono aprendo la chiamata… “Buonasera, siamo dell’agenzia. Perdoni l’orario, ma abbiamo dimenticato di prendere le utenze dai contatori ieri… le dispiace se lo facciamo ora? Ci vorranno pochi minuti…” In effetti le utenze avrebbero dovuto averle già prese, ma penso che magari lo abbiano effettivamente dimenticato, così senza pensarci troppo rispondo: “Va bene, non c’è problema, vi apro…” Faccio scattare la serratura e il monitor si spegne. Vado alla porta, apro e li vedo arrivare dal vialetto… “Perdoni l’invadenza, ma il titolare si è raccomandato…” – “Non preoccupatevi, per così poco…” – “Venga, i contatori sono nella sala hobby, venga anche lei così può controllare…” – “Va bene…” gli faccio strada verso la scala e scendiamo nella sala. All’ultimo gradino mi giro per farli passare e uno dei due mi punta una pistola: “Ok, ora stai tranquillo e andrà tutto bene” resto gelato dalla sorpresa, quanto basta perché il secondo mi passi dietro e mi blocchi le braccia mentre l’altro si avvicina con la pistola.
“Siediti e non fiatare, andrà tutto liscio.” – “Ma che volete?” – “Solo goderci la casa per qualche giorno, ci facciamo una vacanza a spese tue”. Mi fanno sedere sempre tenendomi sotto minaccia della pistola, poi quello che me la punta addosso dice: “Apri il portoncino, falli entrare…” L’altro torna sopra e, dopo pochi istanti riscende con altri due compari, uno dei quali ha una borsa di pelle. “Bene… legatelo alla sedia e imbavagliatelo, così stiamo tranquilli e rilassati” Posano la borsa sul tavolo e ne tirano fuori molta corda di iuta: subito mi legano i polsi dietro la schiena, bloccandoli anche alla vita, poi mentre uno mi avvolge braccia e petto, un altro mi lega i piedi e le ginocchia. Mi sistemano sulla sedia e poi mi immobilizzano con altre corde alla seduta e alla spalliera, collegando i piedi ai polsi. Ho l’accappatoio, ma sotto sono nudo, fortunatamente non sembrano esserne interessati, almeno per il momento. Quando mi hanno immobilizzato per bene, quello che sembra essere il capo esordisce: “Imbavagliatelo, riempitegli bene la bocca e poi tappategliela con il nastro adesivo. Bendategli anche gli occhi.” Eseguono, mi infilano una palla di gomma in bocca e poi me la fasciano strettamente con nastro adesivo grigio. Poi avvolgono anche gli occhi. “Ok, è a posto. Ora andiamo a cucinarci qualcosa”… Mi lasciano legato alla sedia, imbavagliato e bendato e se ne vanno senza dire altro.
Passa molto tempo, ormai sarà notte inoltrata… li sento scendere: “Sleghiamolo dalla sedia e portiamolo a letto…” – “Le camere da letto servono a noi, dove lo mettiamo?” – “Quel divano dovrebbe essere anche letto, apritelo e legatelo lì sopra” Sento aprire il divano letto della sala hobby mentre mi slegano dalla sedia, ma senza liberarmi i polsi. “Ok… legategli i gomiti e poi bloccatelo al letto” Mi fanno stendere sul letto, o almeno sul materasso, poi mi legano nuovamente sia i piedi che le ginocchia: mi sento tirare le caviglie verso la fine del letto, poi mi avvolgono il collo con un cappio e mi tirano anch’esso verso la parte alta della rete. Tocca poi ai polsi che vengono tirati all’indietro e fissati al lato del letto, per poi tirare anche le ginocchia dal lato opposto: sono immobilizzato su un fianco.
“Bene, dormi tranquillo… scusa se ti leghiamo, ma è necessario”
Ho ancora l’accappatoio, le pantofole me le hanno tolte… il bavaglio è stretto e anche le corde che mi legano. Sarà una lunga notte.
Penso di aver dormito qualche ora, anche se immobilizzato al letto… non so a che ora esattamente, sento arrivare qualcuno, almeno in due, che mi slegano quasi completamente e mi tolgono il nastro che mi benda gli occhi, lasciandomi comunque il bavaglio e le mani legate… “Vuoi fare una doccia? Annuisci con la testa…” Faccio un cenno di assenso, anche perché con l’accappatoio ho sudato molto durante la notte… “Ok, ti porto di sopra, ma non fare cazzate…” Mi fanno calzare le pantofole di spugna e mi portano di sopra, verso il bagno grande: “Vedete di tenerlo sotto controllo” – “Tranquillo, non lo lasciamo solo…” entrati in bagno, uno mi toglie il bavaglio, liberandomi la bocca dalla palla di gomma, poi mi slega i polsi mentre l’altro ha nuovamente la pistola. Noto che si sono messi “comodi”, indossando pantaloncini e maglietta, per godersi la loro vacanza a mie spese.
“Fai quello che devi fare, ti controlliamo da fuori…” Dopo aver espletato i miei bisogni fisiologici, tolgo l’accappatoio e mi infilo sotto la doccia; chiudo le ante e uno di loro si avvicina per controllare. Faccio la doccia, con la mente invasa da mille pensieri… non so cosa succederà, visto che ho prenotato la villetta per una settimana. Appena finito, esco dalla doccia e metto un altro accappatoio per asciugarmi, infilo le pantofole di spugna e poi chiedo: “Ora dovete legarmi di nuovo?” – “Si, è necessario, altrimenti dovremmo controllarti tutto il tempo, invece vogliamo goderci la tua vacanza…” Subito l’altro si avvicina con una corda, mi prende i polsi e me li lega dietro la schiena: “Tranquillo, oggi è lunedì, noi sabato ce ne andiamo… ti lasceremo ben legato e imbavagliato ma avvertiremo l’agenzia, così verranno a liberarti, ok? Ma in questi 5 giorni fai il bravo e andrà tutto liscio…” Usciamo dal bagno e rientriamo nel salone dove il capo sta guardando la tv sdraiato sul divano: “Fategli fare colazione, poi riportatelo di sotto e legatelo bene, mi raccomando il bavaglio, visto che noi andiamo al lago poi…” – “Siediti” mi apostrofa quello che mi ha appena legato i polsi… Mi siedo al tavolo dove c’è un vassoio con la colazione: “Vedi, ci prendiamo anche cura di te…” mi dice mentre mi slega… “Mangia”. Faccio colazione, anche perché la sera prima non avevo cenato.
Finito di mangiare mi fanno alzare e mi legano le mani dietro la schiena, poi mi indicano la scala per scendere nella sala hobby: obbedisco rassegnato, non c’è altro da fare. Scesi di sotto mi fanno sedere alla sedia facendomi portare le braccia dietro lo schienale: mi legano i piedi alle gambe della sedia e poi le ginocchia, divaricandomi le gambe e fissandole sempre alla sedia. Mi bloccano vita e petto con molta corda, poi fissano i polsi allo schienale: “Ok, non va da nessuna parte così legato… dammi il nastro che lo imbavaglio…” Mi infila la palla di gomma in bocca e poi mi fascia di nastro adesivo molto stretto. Mi benda nuovamente anche gli occhi. Sento quindi un cappio di corda avvolgermi il collo, che poi viene tirato avvolgendo i gomiti. “Sei a posto, ci vediamo per pranzo…”.
Resto immobilizzato alla sedia, inutile provare a muoversi, le corde sono strette... impossibile anche muovere la testa senza far serrare il cappio di corda intorno al collo. I due se ne vanno.
Li sento parlare e ridere di sopra per un po’ di tempo, poi il silenzio prolungato mi fa capire che sono usciti tutti, o almeno credevo fosse così. Invece dopo qualche istante sento scendere qualcuno ed essendo bendato non ho modo di sapere quale di loro fosse… Lo sento avvicinarsi, senza dire una parola… poi sento una mano passarmi sulle gambe e scostare l’accappatoio: ovviamente sono nudo sotto, e la mano arriva tra le gambe, fino a sfiorarmi il pene e i testicoli. Me lo prende in mano e accenna una masturbazione, quanto basta per farmelo indurire… Tento di muovermi e di dire qualcosa ma da dietro il bavaglio esce soltanto un mugolio: “HHGGGMMFF”. Per tutta risposta la mano aumenta il ritmo della masturbazione, finché il pene diventa duro e turgido… a questo punto, dopo una breve pausa, sento un contatto sul mio glande e percepisco che sia il suo… sta strofinando il suo pene sul mio… con la mano li prende entrambi e li lavora per tutta la lunghezza, sempre più insistentemente. Dopo molti mugolii di diniego, per altro inutili, sento di nuovo la punta del suo pene premere sulla mia, finché lo sento spruzzare sperma… mi bagna il pene lungo tutta l’asta, respirando in modo molto accelerato e, al contempo, mi strizza i testicoli, cercando di farmi venire ma non ci riesce; desiste… lo sento asciugarmi il pene dal suo sperma, probabilmente con un fazzoletto umidificato, e poi pulire in terra. I passi si allontanano… nel silenzio sento chiudere la porta di ingresso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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